Quando il Journaling si chiamava “Caro diario…”

Più o meno tutti i primi del mese i miei diari iniziavano così, a volte ancora oggi molte cose le inizio il primo del mese o con la luna nuova, ma il diario è sempre stato un punto fermo nella mia vita, con una certa continuità, ma con una regolarità disarmante

Diciamo che in linea di massima mi sono accorta (dopo un certo numero di anni posso ritenermi abbastanza esperta per quanto riguarda il mio imbarazzante “tenere un diario”) che vi faccio ricorso il 90% delle volte nei momenti bui di crisi o di incertezza (anche se sull’incertezza potrei dire che mi affido di più alle liste argomento del quale potrei scrivere un’enciclopedia, ovviamente anche questa sregolata e imbarazzante ma degnissima di rispetto 🙂 ).

Dalla mia irregolarità nella pratica ho capito che: non solo è facile non scrivere quando si sta bene e si è felici (ce n’è bisogno?!? Anche no! Sto benone, perché perdere tempo…), ma il carico lo si ha quando si vanno a rileggere gli scritti (ma cos’è sta roba qua?!?! Ma l’ho scritta io ?!?! oddio che vergogna!!!), la cosa non aiuta certo a proseguire la pratica…

E invece signore e signori…, scrivere fa benissimo! Lo dicono tutti, lo dico anch’io…

Ora il diario non si chiama più diario ma pratica del journaling e a quanto pare è un mercato in espansione, con corsi e gadget vari (se si parla di materiale di cancelleria tra quaderni e penne potrei aprire una cartolibreria come seconda attività, ma questo è un altro capitolo di journaling…XD) ce ne sono anche di vari tipi, dipende da quale attività si vuole monitorare, espandere, implementare.

Io personalmente un giorno, stanca di tutte le imposizioni e suggerimenti che arrivavano dall’esterno, ho preso un bel quaderno con la copertina rigida (fiorelloso come piace a me), una penna che mi ispirava (azzurra e con la punta media) e com’è nel mio stile ho detto “come la va la va” e mi sono buttata.

Ho iniziato con la classica formula, data in alto a destra e via a scrivere le mie impressioni sulla giornata, poi piano piano sono successe due cose che non mi aspettavo.

La prima: volevo che diventasse un’abitudine, così tutte le sere anche quando non avevo voglia di scrivere le pagine della mia vita, mi sono sforzata di scrivere la data e di lasciare una frase del tipo “oggi è stata una giornata tostissima”, così solo per dare continuità ad un lavoro già iniziato da giorni.

Sono passati mesi, non so quanti di preciso, comunque sia non ho saltato un giorno di scrittura.

La seconda cosa che è successa è che ho iniziato ad usarlo come un vero e proprio strumento di supporto, all’inizio scrivendo le mie intenzioni per il giorno dopo o per la pratica di meditazione, mettere in forma scritta questi pensieri mi ha aiutato anche a fissare meglio quelli che poi sono diventati obiettivi chiari nella mente. In seguito però mi sono accorta che sviscerando pensieri ne uscivano anche emozioni e ho iniziato a lavorare su quelle e piano piano hanno iniziato ad uscire idee e nuove abitudini (leggi il mio articolo sul “metodo scientifico” qui)

Questo articolo è proprio frutto di una di quelle riflessioni serali.

Se ti interessa non sono ancora le 7.00 del mattino e lo sto scrivendo ora, prima di iniziare la mia giornata lavorativa, anche grazie ad un’idea avuta proprio durante una sessione di journaling.

La grafomania mi accompagna dalle elementari, ho sempre scritto tanto, ma non avevo mai capito come incanalare questa energia per riuscire a fare qualcosa di utile è sempre stata una pratica fine a se stessa fatta per puro diletto.

Ora che ho capito come sfruttarla al meglio sono più efficace e sento di riuscire a fare molte più cose durante la giornata, a mio ritmo e senza stressarmi, perché parto con un piano d’attacco ben preciso.

E se non porto a termine tutte le cose che mi ero prefissata?

Non è la fine del mondo e poi sempre grazie alla scrittura posso sempre analizzare il perché non ho portato a termine un compito, capirne le ragioni profonde e correggere il tiro per la volta dopo.

Spesso ho scoperto ad esempio di essermi data un obiettivo per la giornata e di essermi prefissata di farlo nel momento sbagliato, quando la mia energia era più bassa e avevo bisogno di fare qualcosa di più semplice e meccanico che richiedesse bassa attenzione da parte mia (se vuoi scoprire come organizzarti seguendo i tuoi ritmi, leggi qui).

Tutto questo l’ho scoperto rielaborando la giornata sul mio Caro Diario (non posso fare a meno di chiamarlo così) sondando i miei stati d’animi ed estrapolandone le emozioni che ho provato durante il procrastinamento di quell’attività ad esempio.

Prova anche tu a prendere un quaderno ,che ti piaccia mi raccomando, e una penna che scorra sulla carta come dici tu (magari di un bel rosa, non limitarti a nero o blu, il diario è tuo le regole sono tue!) trova il momento della giornata migliore per te e inizia a scrivere, disegnare, appiccicare, scarabocchiare…diario tuo regole tue!

Non importa cosa, l’importante è iniziare, il resto verrà da se e ti accorgerai che sarà quello di cui avevi bisogno.